Abbiamo passato la notte nella baia Kolorat (Punta Croce) con i nasi nei sacchi a pelo: i temporali prima e la Bora poi hanno portato un anticipo d’autunno. Ma oggi l’estate riprenderà il sopravvento.

Sul fronte vento: pachea. Che da noi, a Trieste, ne indica la totale assenza. Bonaccia, insomma. Non un alito. Oggi le vele riposano e toccherà al motore fare la sua parte. Non amo il ronzio continuo durante le navigazioni ma il pilota automatico offre comunque molte possibilità di svago, al limite della distrazione.
Il piano di navigazione prevede di raggiungere l’estremità meridionale di Lussino e buttare l’occhio al campo boe dell’Asinello (Ilovik): se troppo affollato di barche che ormai cominciano a rientrare verso nord dalla Dalmazia allora faremo prua su Sansego (Susak).

La navigazione scorre tranquilla e piacevole, senza grossi impegni. Ci godiamo il sole e il caldo pieno, giocando a riconoscere le isole e i monti che ci circondano: Veglia, Arbe, Pago, quella deve essere Ulbo, le Alpi Bebie oltre il canale della Morlacca e il Monte Maggiore in Istria, il Monte Ossero (che questa sera o domani ammireremo dall’altro lato) a fare da spartiacque tra Cherso e Lussino.

Il campo boe dell’Asinello si presenta come un fitto pioppeto. Ce lo aspettavamo e si decide così di continuare fino a Sansego, dove arriaviamo verso le 17. Troviamo un ormeggio ad uno degli ultimi tre gavitelli rimasti liberi. Mi pare che abbiano cercato di massimizzare un po’troppo gli incassi di questo campo boe: eccessivamente fitto e bisogna prendersi con due cime, a prua e a poppa. In caso di problemi e di meteo avverso non mi piacerebbe trovarmici in mezzo. Ma non sarà il nostro caso, oggi e domani tanto sole e niente vento!

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Atterriamo in canoa. Sansego è un’isola di sabbia che la Bora ha pazientemente depositato su uno scoglio e che le radici delle piante e i canneti tengono insieme. Uno di quei piccoli affascinanti miracoli.
La spiaggia dell’isola è affollata fino al tramonto, poi parte l’ultimo traghetto verso Lussino e con lui i molti giornalieri.

Cala il silenzio.
Mi piacerebbe passarci più tempo, sedermi alla vineria del paese con calma, ma domani è già ora di partire e le bimbe son stanche.

Al rientro, la pagaiata in canoa sotto il cielo stellato è un regalo.

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