Partiamo da San Martino stanchi a causa della notte insonne. Almeno qualcosa soffia da sud-ovest e dopo giorni di motore siamo ansiosi di tirare su le vele.
Il Quarnero è placido, il leggero libeccio non ha che la forza di increspare l’acqua, ma tanto basta a gonfiar le vele e a spingerci verso casa. La destinazione, oggi, è Capo Promontore. Decideremo al nostro arrivo se dare fondo nelle prime baie del lato orientale o se doppieremo il faro di Porer prima di riposarci. Dipenderà da vento e onda.
Attraversiamo il Quarnero a sud dell’isola/scoglio di Galiola, lì dove si incagliò Nazario Sauro. Patriota italiano, traditore austriaco. Prospettive.
La nosra prospettiva, invece, è l’Istria. l’Istria ormai è casa. Quando si attraversa il Quarnero mi pare quasi d’attraversare un confine che segna la fine della crociera.
Navighiamo, ora placidi, ora sostenuti da qualche raffica più intensa, fin quasi al tramonto. Decidiamo di cominciare a risalire la costa occidentale per dar fondo in una baia a nord dello scoglio di Fenoliga, dove sono state rinvenute impronte di dinosauro appartenenti a tre specie differenti. Lo lasciamo a sinistra, passando tra lo scoglio e la costa. Si può fare, con attenzione.
La baia scelta è Valle San Martino. Ironia: siamo partiti questa mattina da San Martino in Valle!
Oggi, 25 agosto, ricorre il cinquantesimo anniversario dalla morte di Umberto Saba.
Avevo una città bella tra i monti
rocciosi e il mare luminoso. Mia
perché vi nacqui, più che d’altri mia
che la scoprivo fanciullo, ed adulto
per sempre a Italia la sposai col canto.
Vivere si doveva. Ed io per tanto
scelsi fra i mali il più degno: fu il piccolo
d’antichi libri raro negozietto.
Tutto mi portò via il fascista inetto
ed il tedesco lucro.”
Umberto Saba, Avevo (1944)
Passiamo la notte cullati da una leggerissima risacca, dono del libeccio pomeridiano.