L’imbarco a Ponte

Arriviamo a Ponte venerdì 18 agosto per dare il cambio all’equipaggio di Giochidivento, un Comet 1000 dei primi anni ottanta decisamente ben tenuto ed attrezzato.
Piero è rimasto per mare quasi tre settimane e ora tocca a noi riportarlo a casa, a Trieste. Una fatica che mi accollo con gran piacere, assieme alle bimbe e a mio padre (mai salito in barca…).

Devo dire che la scelta del marina per questa operazione è azzeccata: il fatto che Veglia sia collegata alla terraferma da un ponte fa sì che via terra siano circa due ore di strada da casa. Ci troviamo in un fine settimana d’agosto e questo rende alto il rischio di code sia al confine che lungo le strade, anche se ormai è stata completata una bretella a scorrimento rapido che evita la vecchia litoranea con la chicane di Buccari e rende anche questo tragitto più veloce ma decisamente più asettico.

Di certo il posto non è dei più affascinanti della zona, ma oggi pieghiamo il piacere ad una pragmatica comodità nello scarico/carico bagagli.

In sè il marina è molto grande e ben attrezzato: possiamo avvicinarci ai pontili con la macchina e abbiamo a disposizione dei carretti per far la spola con bagagli e cambusa. Del resto, lo capiremo dal trambusto notturno, è base di partenza per numerosi charter che proprio oggi fanno rientro alla base in vista dei cambi di equipaggio di domani.
Per essere funzionalmente perfetto allo scopo, manca solo di un distributore di carburante. Comunque lo si può trovare a Veglia città, che dista circa 3 miglia dal marina di Punat.

Calata la sera ci dirigiamo in paese per la cena. Non conoscendo la zona, scegliamo il primo ristorante che ci capita. Si tratta di una piccola terrazza con 6 tavoli, accogliente e carina anche se in una via laterale lontano dalla riva. Qui, mentre l’orata con il suo eccesso d’aglio mi ricorda che siamo in Croazia, la busara di scampi è veramente buona. Per le bimbe è una scoperta e la fanno fuori a quattro palmenti, lasciandoci in eredità i loro ćevapčići.

Poi tutti a nanna: domani si mollano gli ormeggi e si parte per davvero.
Ma prima un ultimo consulto meteo. Sembra che la perturbazione atlantica sia confermata e scenderà fino ad investire tutte le Liburniche.
Non abbiamo scampo, ma ci concede un giorno di navigazione. Tra Cherso e Arbe opto per quest’ultima e i motivi sono tre: non ci sono mai stato, la rotta si allontana dalla perturbazione (di contro quella per Cherso ci andrebbe in braccio) e dovremo percorrere poco più di una ventina di miglia contro 35 abbondanti. Considerando le bimbe e il fatto che sia il primo giorno dalla scorsa estate che salgono in barca, decido che possono bastare.

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